“Adotta una pecora, difendi la natura”

Quando dalle pagine del sito www.adottaunapecora.com Manuela Cozzi ha lanciato il suo singolare appello cibernetico non pensava davvero che sarebbero venuti a farle visita, in questo angolo sperduto  dell’Abruzzo,  le troupe della Bbc, quelle della Cnn e gli inviati del New York Times. Ben venga comunque la curiosità quando può fare da cassa di risonanza ad una giusta causa.  “La campagna di sensibilizzazione che la nostra struttura sta portando avanti ha lo scopo di coinvolgere direttamente tutta la popolazione su un problema inquietante: l’abbandono della montagna e il conseguente degrado ambientale” spiega l’imprenditrice che ha al suo attivo una laurea in agraria (con tanto di tesi, guarda caso, sulle pecore) ed una solida preparazione tecnica in materia.
Con la quota di 350 mila lire all’anno si stipula una sorta di contratto di “adozione a distanza” che dà diritto a ricevere 5 chili di pecorino stagionato, 3 chili di ricotta fresca o, in alternativa, un chilo di ricotta affumicata al fumo di ginepro, 3 chili di lana tal quale oppure un chilo e mezzo di lana lavata, sostituibile anche con un comodo paio di calzettoni da trekking, oltre all’agnello partorito dall’animale che potrà essere destinato alla rimonta o alla mensa. Il tutto corredato dalla carta di identità, ovviamente provvista di foto, della pecora adottata e attestato di adozione.
Gli allevamenti convenzionati – precisa colei che a ragione è stata definita la “Signora delle Pecore” – garantiscono con marchi di qualità i propri prodotti, anche biologici, offrendo fra l’altro, possibilità di  recettività agrituristica, in modo che gli interessati abbiano la possibilità di essere ospitati presso l’azienda prescelta, così da seguire periodicamente l’allevamento, nelle varie fasi della sua attività, dal pascolo al parto, all’allattamento, alla tosatura, alla transumanza”.